Vitaliano Camarca
Archivio Vitaliano Camarca
La figura di Vitaliano Camarca segue La Guarimba dagli inizi, da quando, nel 2013, abbiamo deciso di riparare e riaprire il vecchio cinema all’aperto. Proprio da lì abbiamo iniziato a sentire il nome e l’operato di uno dei più grandi intellettuali del paese, ingiustamente dimenticato dalle nuove generazioni. Amantea, senza una biblioteca né un luogo per conservare il proprio patrimonio archivistico, è un paese condannato all’oblio.
Dal 2020, il Premio del Pubblico del festival La Guarimba è dedicato alla memoria di Camarca per il suo contributo al Cinema come atto collettivo. L’anno successivo, ci siamo resi conto che in pochi erano a conoscenza della sua figura. Così è nato l’Archivio Camarca, uno spazio digitale in continuo aggiornamento, costruito attraverso un lavoro emotivo, incontrando i figli, i nipoti e gli amici della Famiglia Camarca, che ci hanno portato con molta gentilezza attraverso un viaggio intimo e collettivo dell’Amantea che aveva immaginato Vitaliano e che purtroppo, per la sua veloce scomparsa, non ha potuto realizzare. Ci auguriamo che questo spazio non solo mantenga vivo il fuoco del suo spirito ma che serva come ispirazione alle nuove generazioni per costruire il paese che sognano.
I PRIMI ANNI
Dino Vitaliano Camarca (Scigliano, 12/07/1921 – Amantea 01/12/1969) è stato un giornalista, editore e tipografo italiano che ebbe una forte influenza sullo sviluppo culturale ed economico del territorio di Amantea, Calabria.
Michele Camarca e Teresa Perciavalle, genitori di Vitaliano, si conobbero e innamorarono ad Amantea negli anni in cui Michele vi lavorò come maresciallo. Dal matrimonio nacquero cinque figli: Vitaliano, Adalgisa, Linda, Giuseppe e Benito.
Vitaliano e sua moglie Raffaella Mannarino ebbero a loro volta cinque figli: Michele, Maria Teresa, Yvonne, Astrid e Yasmine.
Vitaliano e sua moglie Raffaella (1941)
GLI STUDI
Frequentò il liceo classico, senza però concludere gli studi. Sin da giovanissimo iniziò a curare i suoi molteplici interessi, tra cui quello legato alle lingue straniere. Parlava perfettamente il francese, lo spagnolo, il tedesco e il greco.
La leva militare (1942)
GLI ANNI DELLA GUERRA
Camarca partecipò alla Seconda Guerra Mondiale: trascorse alcuni anni come militare in Grecia, dove venne prima imprigionato e poi prelevato insieme ai restanti militari italiani per essere trasferito nel campo di prigionia tedesco Stalag XII-F. Da qui scappò e venne ri-catturato tre volte. Nei mesi trascorsi nel campo, Camarca riuscì comunque in una delle sue straordinarie imprese: stampò un giornale nonostante i nazisti vietassero qualsiasi tipo di attività informativa.
Fra i reperti ritrovati grazie alla collaborazione della famiglia, è emersa anche una cartolina che Michele, padre di Vitaliano, spedì al figlio nell’estate del 1944, periodo in cui Vitaliano era prigioniero nel campo tedesco. L’originale venne acquistato su Ebay da un cittadino amanteano, e grazie all’interessamento del professore Roberto Musì si è ottenuta una copia da restituire alla famiglia.
La terribile esperienza nel campo si concluse nel 1945 grazie alla liberazione per mano dell’Esercito degli Stati Uniti. Concluso il servizio militare, Camarca ritornò ad Amantea all’età di ventitre anni.
Cartolina inviata da Michele, padre di Vitaliano, in risposta al figlio allora detenuto nel campo di prigionia tedesco Stalag XII-F (1944)
LA VITA AD AMANTEA E LA CARRIERA DA GIORNALISTA
Come tutti gli ex militari, Camarca fu in qualche modo favorito dalle istituzioni locali per trovare un’occupazione. Lavorò prima come impiegato al comune di Amantea e poi come segretario presso le scuole medie, ma in entrambi i casi resistette solo per pochi giorni.
La passione per il giornalismo lo portò ad acquistare un apposito macchinario che gli permise di produrre i suoi primi lavori da scrittore e da tipografo. Camarca divenne successivamente corrispondente ANSA per la Gazzetta del Sud e Il Mattino di Napoli.
Attraverso i numerosi viaggi all’estero, Camarca si occupò anche della redazione di articoli di cronaca internazionale e fu responsabile del settimanale d’arte varia degli ex internati militari “La tribù”.
Erranti, 2 novelle di Dino Vitaliano Camarca, Tip. Esposito-Paola
Lirian, Poesia contemporanea, Edizione forense (1941)
LE MANIFESTAZIONI CULTURALI
Molto legato alla sua terra, Camarca sapeva che il turismo per Amantea sarebbe stato fonte di benessere economico e sociale. Fondò l’Ufficio del Turismo e fu presidente della Pro Loco locale. Con le sue iniziative cercò di far conoscere e apprezzare il paese sia a livello nazionale che internazionale.
La sua curiosità lo portò ad esplorare la tipografia, il giornalismo, il cinema, la poesia e la musica, addirittura scrivendo un tango insieme al maestro Mario Aloe.
IL PREMIO LETTERARIO AMANTEA
Nel 1962 istituì il Premio Letterario Amantea, un concorso avente luogo presso il Lido Azzurro. L’obiettivo era valorizzare il territorio attraverso specifiche opere a tema: i racconti presentati dovevano mettere in valore le bellezze panoramiche, o il colore, la vita della riviera tirrenica; oppure inquadrare un particolare episodio di folklore, effettuare un’indagine sui valori tradizionali del popolo, o cogliere, senza cadere nell’arida esposizione scientifica, la psiche calabrese. Al concorso si poteva partecipare presentando un racconto lungo (o romanzo breve), inedito e mai pubblicato in volume, che non superasse le sessanta cartelle dattiloscritte da una sola facciata del foglio. Il manoscritto doveva pervenire al Comitato del Premio Letterario Amantea, presso il Comune di Amantea. Vitaliano si occupava personalmente del vaglio delle candidature, della lettura e dell’eventuale correzione dei testi e, in fine, della creazione della commissione giudicatrice, composta da pubblicisti e scrittori di vasta notorietà. Il presidente della giuria della prima edizione del Premio Letterario fu l’allora rettore dell’Università degli Studi di Messina Salvatore Pugliatti.
Il premio al primo classificato si componeva di una quota di centomila lire, consegnata dal Sindaco nel corso di una serata danzante organizzata in onore del vincitore e della commissione giudicatrice, e della pubblicazione del racconto da parte della casa editrice “La Croce del Sud”, il cui direttore era lo stesso Vitaliano Camarca. Essendo anche tipografo, i disegni e le stampe riportate sulle copertine dei vari libri erano realizzate a loro volta da Camarca. Venivano inoltre consegnati altri premi minori ai lavori più interessanti.
Successivamente alla morte di Vitaliano, il Premio Letterario venne ripreso molte volte da altri amanteani, senza ottenere però lo stesso seguito.
Statuetta per Il Premio Letterario.
Ispirato alla Venere di Botticelli, il premio simboleggia Amantea che emerge dal suo mare
Vitaliano e alcuni membri della giuria del Premio Letterario
Premiazione vincitore Premio Letterario
Opuscolo realizzato per la 2a edizione della Rassegna del Film Mediterraneo (1965)
LA RASSEGNA DEL FILM MEDITERRANEO
Il 19 agosto 1964, Vitaliano istituì la Rassegna del Film Mediterraneo. L’evento aveva luogo presso l’Arena Sicoli, unico cinema presente nella città di Amantea.
La rassegna consisteva nella proiezione serale di pellicole che durante l’anno avevano riscosso particolare successo. La Rassegna entusiasmava amanteani e non solo: ogni spazio dell’Arena Sicoli si riempiva di turisti e gente del posto, rappresentando così un vero e proprio luogo di aggregazione sociale.
Generalmente, la Rassegna si svolgeva fra il mese di luglio e quello di agosto. La prima edizione iniziò il 24 luglio e si concluse 4 agosto 1964. Le manifestazioni continuarono fino al 1969, anno della morte di Vitaliano.
Presentazione Rassegna del Film Mediterraneo
Vitaliano e i membri della giuria della Rassegna del Film Mediterraneo
Premiazione Rassegna del Film Mediterraneo
CONCLUSIONI
Vitaliano Camarca morì a soli 48 anni, di lui rimangono i ricordi emozionanti della famiglia e delle persone che hanno avuto la fortuna di conoscerlo in quanto genio eclettico, di persona o grazie alle manifestazioni da lui istituite. La sua prematura scomparsa ha ovviamente segnato profondamente i familiari che, impegnati a metabolizzare l’accaduto, non hanno avuto modo di raccogliere completamente quanto lasciato da Vitaliano. Nonostante ciò, però, grazie agli incontri con loro organizzati, ad oggi abbiamo sicuramente un’immagine più chiara di Vitaliano Camarca: una persona brillante, generosa, capace di andare oltre quegli schemi e quei pregiudizi che purtroppo, ancora oggi, limitano l’espressione e la creatività di un territorio che invece ha fame di cultura. Come raccontato dal figlio Michele, Vitaliano “era uno spirito libero. Lui era come l’aria, la puoi imprigionare l’aria? Non ci riesci. La devi mettere in un palloncino, ma basta un buchino e lei esce.”.
OPERE
- Erranti, 2 novelle di Dino Vitaliano Camarca, Tip. Esposito-Paola
- Lirian, Poesia contemporanea, Edizione forense, 1941
- Umili versi miei. Prefazione di D.V.C., La Croce del Sud, Amantea, 1950
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